14.3.18

L'OPA sul PD


Premesso che per adesso non sono iscritto al Partito Democratico, magari questo cambierà in un  prossimo futuro, tantomeno mi ritengo sono un fine analista come, per esempio, Travaglio o l’Annunziata, ma vorrei sottolineare un aspetto inquietante della discussione post-elettorale che nessuno sembra ancora avere sottolineato.

Non si erano ancora chiuse le urne, quando tra le dimissioni di Renzi e l'immediata apertura di LeU al M5S per bocca di Fratoianni o Fassina (quello di Fassina chi?), è iniziato il gioco al massacro nei confronti del PD.
Superficialmente alimentata dall'avversione al Renzismo, l'operazione mi sembra assai più subdola. Cercando di approfittare del momento di crisi interna, di fatto LeU e M5S hanno avviato un’OPA ostile sul PD, da destra e da sinistra, con l'evidente obiettivo di spaccare ulteriormente il partito, o come minimo di annettersene qualche fetta.

Mossa comprensibilissima. LeU dopo il disastro elettorale si è liquefatta, basta vedere come Fratoianni e Fassina, nel silenzio dei Grasso, Boldrini, Bersani o D’Alema, hanno ricominciato immediatamente a giocare sotto la propria bandiera. I suoi leaderini dimezzati con più pelo sullo stomaco stanno cercando sia di egemonizzare il dibattito a sinistra, sia egemonizzare la guida di ciò che rimane di LeU, volendo portarsi in dote quella fetta del PD che vedono come simpatizzante del movimentismo. Invece di aprire una riflessione interna, e soprattutto di decidere collettivamente come procedere, magari avviando discussioni su una strategia comune al riguardo delle presidenze del Parlamento, si sono avventati sul PD, spingendo un’impossibile alleanza con il M5S solo per incrinarne l’unità, facendo il gioco di Emiliano contro l'asse Orlando\Renzi. E tanto peggio, tanto meglio

Il M5S non si è lasciato scappare l'occasione, e spalleggiato da buona parte della stampa, continua a mandare messaggi trasversali al PD e alla propria base, strategia sintetizzabile in un “venite con noi, ma mai al governo con noi”. Anche qui l'obiettivo sembra assai chiaro, spaccare il PD tra coloro che vorrebbero a tutti costi cavalcare la tigre della protesta o proporsi come responsabili, ed il resto. Ma da parte del M5S, abbiamo visto i comportamenti messi in atto nella scorsa legislatura, non mi riferisco alle sceneggiate, gli insulti e le aggressioni, mi riferisco a tutte le discussioni condotte per arrivare a proposte condivise, dove il M5S si è tirato poi indietro all'ultimo momento solo per spaccare l'asse PD\FI.
E' ovvio che con questa formazione non c’è speranza di trovare accordi, la loro strategia è chiara, logorare un potenziale partner accusandolo di sabotare l'azione di governo del M5S.

La cosa sconcertante è che queste operazioni avvengono ancor prima di avviare le discussioni sulle presidenze del Parlamento. Queste discussioni, per trasparenza e costituzionalità, si dovrebbero svolgere in proprio in Parlamento, ma da parte di LeU e M5S non c’è un interesse vero al dialogo, ma solo una tattica per sfiancare e sbriciolare il PD.

Ancora più sconcertante è il ruolo della stampa che continua a soffiare sul fuoco e spingere per questa diabolica alleanza, evitando accuratamente (a parte e nel proprio interesse, la stampa più berlusconiana) di puntare i riflettori sui punti comuni tra Lega e 5S. Alleanza che Berlusconi vede come fumo negli occhi, perché’ rischia di atomizzare Forza Italia in un coacervo razzista e oscurantista guidato da Salvini, che presti il fianco alle istanze populiste che vogliono lo smantellamento dell’impero berlusconiano – lo sbandierato conflitto d’interessi, che nell’accezione di Di Maio corrisponde alla nazionalizzazione di Mediaset.

Mi auguro che sia una strategia che fallisca, e spero di riuscire ad apportare un contributo interno o esterno affinché' fallisca il prima possibile.


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