13.3.18

Ieri sera ho mangiato male…




Forse avrò mangiato pesante, oppure mi sono addormentato con la televisione accesa sul telegiornale, ma ho fatto uno strano sogno.

Mi sono ritrovato a guardare un comizio di Di Maio, ma non uno di quelli surreali dove si fa fatica e seguire il filo del discorso, normalmente fatto di slogan a ripetizione, a volte in contraddizione l’uno con l’atro, senza soluzioni di continuità che permettano di riflettere, anche per un solo momento, sulle parole pronunciate.

Invece no, si trattava di un Di Maio diverso, serio e compito. Aveva in mano una serie di fogli e alle proprie spalle si intravedeva la copertina di un PowerPoint con scritto Proposta per l’Italia 2018-2020. Incuriosito, ho deciso di prestare attenzione.

La prima cosa di cui ho sentito parlare è stata una proposta per le Presidenze e Vicepresidenze di Camera, Senato e Commissioni – eccole lì, a chiare lettere nero su bianco sulla prima pagina del PowerPoint – ci sono nomi o spazi vuoti riconducibili a tutti i partiti in Parlamento, grandi e piccoli. Sembra che l’intenzione sia un po’ guidare, un po’ lasciar liberi tutte le altre forze politiche nella scelta di vertici condivisibili, senza esulare né dalle proprie prerogative, né dall’autonomia delle altre forze in campo. Non un mercato delle vacche, ma bensì un progetto ben articolato per coinvolgere il Parlamento davanti agli occhi di tutti.

Spiega Di Maio, nello stupore e nel silenzio generale, il Movimento 5 Stelle ha indicato una serie di nomi che fanno riferimento alle nostre ed altre forze politiche, o siano appartenenti a queste forze, perché’ crediamo che siano individui preparati e portatori otre che di competenze, anche di indipendenza di giudizio, e con cui vorremmo lavorare insieme all’interno di un Parlamento funzionale, preparato e collaborativo. Molte posizioni sono state lasciate vuote di proposito per permettere ai vari partiti di esprimere altri candidati in libertà – se vogliono esprimere i De Luca o i Borghezio o i Razzi, sarà una loro prerogativa, e ne risponderanno prima o poi, agli elettori.

A questo punto il pubblico si anima e si vede traspirare una certa eccitazione, è senza dubbio una proposta nuova che spiazzerà le altre forze politiche, ma allo stesso tempo un segnale forte, che segna un cambio di passo dei 5 Stelle, e li vede in prima linea con uno spirito propositivo e costruttivo.

Di Maio si guarda intorno e capisce che per la prima volta ha guadagnato l’attenzione di tutti sui contenuti invece che dietro agli slogan e frasi ad effetto.

Il prossimo passo e la successiva scheda riguarda la riforma costituzionale e relativa proposta di legge elettorale da considerare uno sforzo collegiale che permetta, se necessario, di tornare alle urne dopo aver riformato il sistema in una direzione che consenta, nelle intenzioni una maggior governabilità, ma senza calpestare il principio fondamentale di rappresentatività garantito dalla stessa Costituzione. Siamo tutt’orecchie.

La riforma a pochi punti ma molto chiari:
-        si abolisce il Senato e se ne assorbono le funzioni in un Parlamento leggermente diverso

-        Il numero dei parlamentari viene ridotto a circa 450

-        Il Parlamento viene eletto con una componente proporzionale ed una maggioritaria, con quella maggioritaria che ne rappresenti circa 1/3

-        La componente proporzionale è composta di grandi circoscrizioni, con una suddivisione che comprende parte dei grandi centri urbani con parte delle zone più sparsamente abitate, per evitare una contrapposizione marcata tra Città e campagna

-        La componente maggioritaria viene eletta con un sistema puramente maggioritario o con ballottaggio tra i due candidati che arrivino prima nella circoscrizione

-        Le circoscrizioni maggioritarie sono a livello pressoché’ provinciale (le vecchie province sono abolite),

-        Viene istituito un consiglio regionale consultivo, con funzioni limitate e non esecutive, su una serie di materie di competenza o elevato interesse regionale, quali sanità, lavoro, trasporti. Quest’organo comprende 60 membri eletti con sistema proporzionale

Forse si può raggiungere il consenso del Paese, e di conseguenza dei partiti, su una riforma come questa, che va sicuramente nella giusta direzione, senza prevaricazioni, e con evidenti risparmi sul costo della politica e semplificazione delle procedure. Una riforma condivisa avrebbe l’effetto di minimizzare le contrapposizioni di una campagna elettorale prolungata, permettendo di lavorare su problemi urgenti senza troppe distrazioni.

A questo punto, dice Di Maio, per evitare di ritornare ad un’altra campagna elettorale dopo un Referendum, il Movimento 5 Stelle propone un governo di coalizione della durata di due anni, in cui portare avanti alcune priorità del Movimento per offrire soluzioni ad alcuni dei problemi più urgenti. Siccome non è possibile formare un governo a tre su visioni assai contrastanti, propongono due programmi diversi, uno rivolto al CSX e uno leggermente differente al CDX, basato su aree di convergenza generale. Prendendo atto dell’impossibilità di risolvere in tempi brevi tutte le priorità e mettere in essere il proprio programma nella sua interezza.

L’obiettivo è di mettere in chiaro da subito le aree di possibile collaborazione, ed aprire un dibattito con entrambe le coalizioni, sedendosi al tavolo in maniera trasparente, e determinare con chi sia possibile formare una coalizione limitata negli obiettivi e nel tempo, ritornando ad elezioni con risultati sufficienti per permettere all’elettorato di dare un giudizio di merito sulle forze di governo e di opposizione.

La prima proposta è rivolta al CSX, e comprende temi cari e di convergenza ad entrambe le formazioni:

-        Innanzitutto, misure di sostegno al lavoro

-        Miglioramento ed estensione del reddito di inclusione

-        Stabilizzazione del sistema bancario

-        Diritti civili e delle minoranze

La seconda proposta, rivolta a CDX include:

-        Misure di supporto alla piccola e media impresa

-        Immigrazione

-        Parità di Bilancio e limite del 3%

-        Riforma di codice e processo penale

A questo punto, dice Di Maio, i cittadini sanno esattamente cosa chiede il Movimento 5 Stelle alle coalizioni in cambio del loro voto, e quale impegno sia richiesto all’eventuale partner.
Il comizio si chiude mentre si apre un acceso dibattito nel Paese, tra forze politiche, sindacati, giornalisti, cittadini. Chissà come andrà a finire.


Poi mi sono svegliato, ho preso due Alka Seltzer, e ho cominciato a leggere le solite notizie sui politici che si tirano gli stracci fra loro, dentro e fuori dai partiti.

Oggi solo riso in bianco.

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