13.3.18

Fassina chi?

Quando leggo dichiarazioni come quelle recenti di Stefano Fassina su cosa dovrebbe fare il PD, mi rendo conto che a volte i bravi del M5S abbiano ragione quando parlano di impresentabili.
Fassina, ancora non si è dato pace del fatto che Renzi gli abbia scalato il PD sotto il naso mentre lui si guardava allo specchio gingillandosi come la regina di Biancaneve. Dopo mesi passati a chiedere allo specchio chi fosse il potenziale segretario del PD più bello del reame, oltre al partito, gli avevano pure fregato la sedia da ministro.
Avendo minacciato per mesi le dimissioni dal partito senza che nessuno gli chiedesse di restare, ad un certo punto, alticcio dopo una serata passata all'osteria a bere per dimenticare con altri tre sfigati come lui, annunciò la 12.425ma formazione di gruppettari, chiamata con modestia Sinistra Italiana. Nome profetico, 3 briganti e 3 somari, quasi ad anticipare e simbolizzare il peso della Sinistra Italiana dopo le elezioni.
Disoccupato, senza molti amici, e insoddisfatto che il suo blog non lo leggessero neanche i parenti prossimi, si trovava alla disperata ricerca di un minimo di visibilità. Così, in un altro momento di euforia alcolica, decise di farsi eleggere al Comune di Roma con l'idea di fare opposizione al M5S, ma opposizione diversa e in opposizione al PD.
Passata la sbronza, non si è mai presentato in Comune, anche spaventato dal fatto che l'indennità del Comune fosse un terzo dello stipendio da Parlamentare.
A riprova della bontà e solidità del progetto federativo a lungo termine di LeU, si è presentato a fare le dichiarazioni post elettorali immediatamente con il proprio simbolo per sottolineare l'unità con il resto del Gruppo TNT.
Oggi, forse in una ricaduta nell'alcolismo, dichiara che è suo compito inseguire i propri elettori ovunque si siano dispersi. Non vi stupite se lo vedete spuntare al bar sotto casa o mentre vi trovate al bagno della stazione. Sta solo cercando di ritrovare le sua rilevanza.

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